UN AVVENTURA LA PUOI IMMAGINARE MA NON SARA' MAI COME VIVERLA
Inizia tutto una sera durante una chiacchierata con il mio amico di avventure, Giuseppe. Ci troviamo a parlare del Sud America e del suo viaggio tra l'Argentina, il Cile e la Bolivia fatto con l'amico argentino Claudio Montero.
Durante questa chiacchierata salta fuori il nome dell'Aconcagua.
Ne avevo già sentito parlare ma non avevo mai approfondito le caratteristiche di questa montagna.
Da quel giorno, non sò il perchè, ma qualcosa di veramente forte catalizzò la mia attenzione sù questo gigante.
Per curiosità iniziai a raccogliere alcune informazioni riguardo la sua ascesa.
L'Aconcagua, con i suoi 6962 mslm, è la montagna più alta d'America, la seconda Seven Summit del pianeta, immediatamente dopo l'Everest
...(le Seven Summit sono le montagne più alte di ogni continente)...
I cambiamenti climatici improvvisi, la forte intensità del vento, le basse temperature, e tutti i problemi legati all'alta quota, non risparmiano certo l'Aconcagua, ma scopro che si può scalare passando per una via normale, senza che questa richieda un grande impegno dal punto di vista alpinistico.
Amo la natura in tutti i suoi elementi e negli anni ho investito tanto sulla mia preparazione fisica, tecnica, logistica e mentale per affrontare prove anche nei suoi elementi più difficili che richiedono una particolare preparazione.
Tutto questo, sommato al desiderio che sentivo già da tanto tempo di provare un esperienza in alta quota, mi spingono fortemente sulla decisione di proporre a Giuseppe quest'avventura nelle Ande, ma non una cima qualsiasi, ma bensi la più alta.
Non ci vuole granché a convincere Giuseppe, il suo spirito avventuriero mi era ben noto e non avevo dubbi che avrebbe accettato.
Senza ancora parlare dei dettagli, stabiliamo tra noi un patto indissolubile, "andiamo in Argentina e proviamo a scalare questo gigante senza nessun ripensamento".
Spesso per affrontare l'alta montagna, i singoli, o gruppi, si affidano a delle agenzie che forniscono loro tutta una serie di servizi; ad esempio il trasporto dei materiali, (cosi da poter scalare leggeri), la preparazione di tutti i campi avanzati, (una logistica adatta a loro), assistenza nelle varie tappe di acclimatamento, il supporto medico, il trasporto e il rifornimento di cibo e acqua, tutto questo seguito da guide professionali che li accompagnano senza errori verso la vetta non scontata.
La nostra è stata una scelta molto importante; sarà una prova sportiva, tutto ciò che faremo sulla montagna, sarà guadagnato da noi, tutto in totale autonomia, dalla preparazione fisica a quella logistica. Sarà autonoma anche la nostra scalata.
Preparare una spedizione non è certo cosa semplice, quindi ci mettiamo subito a lavoro e inziamo a preparare tutta la logistica. Negli anni ho affrontato e preparato diverse traversate di più giorni, ma questa richiede veramente una preparazione molto minuziosa e considerato il fatto che per noi sarebbe stata la prima di quest'entità e sopratutto in alta quota, la cosa stava iniziando a diventare sempre più complicata.
Le informazioni sul web non erano tantissime, e comunque quelle poche che si reperivano erano delle informazioni di massima, senza dettagli, e fatte da chi organizzava spedizioni per i clienti che quindi non aveva nessun interesse a mettere dei dettagli importanti.
UN ALTRO COMPAGNO SI AGGIUNGE ALL'AVVENTURA
Claudio Manuel Montero è un amico Argentino che ormai da diversi anni si trasferisce ad Alghero nei mesi estivi per lavoro.
Claudio è già stato sull'Aconcagua circa 15 anni fà .
Decidiamo di farci una chiacchierata con lui, chiedere delle informazioni, ma conoscendo la sua vena avventuriera, decidiamo di proporgli di unirsi a noi.
Claudio non esita neanche un secondo, la sua risposta è si.
La squadra è ora al completo.
... Claudio aveva un conto in sospeso con questa montagna, e quindi questa poteva essere l'occasione per ritentare la sua scalata verso la vetta...
Inizio a strutturare la preparazione atletica mia e di Giuseppe.
La nostra si è svolta interamente a livello del mare, mentre Claudio, una volta rientrato in Argentina avrebbe avuto occasione di allenarsi a quote decisamente più alte, e di conseguenza fare un acclimatamento adeguato.
La nostra preparazione si basava interamente sulla resistenza e sull'adattamento al freddo.
Ci sottoponiamo a durissime sessioni di allenamento dove si alternavano allenamenti di trail running con variazioni di ritmo in salite mai inferiori ai 30 gradi, a lunghissime sessioni di camminata in salita con carichi pari a quelli che avremmo dovuto trasportare sull'Aconcagua.
Questa era la routine di 7 giorni lavorativi, terminati questi, dedicavamo 2 giorni alla corsa in discesa sù terreni molto accidentati.
Questo ci permetteva 1) di migliorare la tecnica di camminata sù terreni irregolari, 2) migliorare la stabilità delle articolazioni.
Per la gestione del freddo ci siamo affidati ad un professionista di Nome Alessio Alfei che ci ha fatto sottoporre gradualmente a lunghe esposizioni al freddo con docce e bagni gelati.
GIORNO PRIMA DELLA PARTENZA
Ore 9.00, mentre faccio colazione mia moglie mi chiama con un tono diverso dal solito. Mi chiede di raggiungerla in camera, di sollevare la coperta, sinceramente non capisco, penso che mi voglia fare qualche scherzo facendomi trovare qualche animale finto, quindi non la sollevo.
Insiste ancora al punto che mi convince, alzo la coperta e vedo un qualcosa di simile ad un termometro, non capisco.
Le domando cosa sia, mi sorride e mi dice di guardare attentamente, capisco che è un test di gravidanza.
Vedo 2 lineette. E' positivo. E' incinta.
Improvvisamente non capisco più cosa stia succedendo, sò solo che ho avuto molta paura perchè in quel preciso istante ho capito che sarei diventato padre.
Scoppiamo a piangere, ho la testa che mi esplode, non capisco più niente
Lo ammetto, la notizia più bella della mia vita non l'avrei voluta scoprire il giorno prima di partire per una spedizione in alta montagna, cosi lontano da casa e da mia moglie.
Mi assale un forte stato d'ansia, improvvisamente perdo tutta la motivazione.
Ho scoperto da pochi secondi che diventerò padre e tra poche ore dovrò lasciare mia moglie per più di 1 mese.
Valeria con gran coraggio mi aiuta a ritrovare la motivazione per partire.
Se solo lei avesse vacillato, credo che non avrei trovato il coraggio di partire.
Arriva il giorno della partenza. I saluti all'aeroporto sono stati un pò difficili, e con il magone in gola e qualche lacrima nascosta, saliamo sull'aereo...
(Questo è stato uno dei momenti più difficili della mia vita)
Finiti i vari scali e le infinite ore di viaggio, arriviamo finalmente a Buenos Aires.
Il clima che si respira in questa città è affascinante e allo stesso momento triste, un alternarsi di grattacieli extralusso dove tutto scorre come le grosse metropoli finanziarie alternate a favelas, dove la povertà è la crimilità è palpabile a occhio nudo.
Trascorse alcune ore da turisti a Buenos Aires, prendiamo il volo che ci porterà a Cordoba e poi nella bellissima cittadina di Carlos Paz dove raggiungiamo Claudio e la sua famiglia.
Trascorriamo un paio di giorni a casa di Claudio per abituarci al fuso orario e per fare ricognizione di tutte le attrezzature che ci serviranno per la nostra spedizione.
Giorno 1
Arriva il giorno della partenza, sistemiamo tutto sul camper e si parte.
Infinite ore ad attraversare un gigantesco deserto per poi raggiungere Mendoza.
Arrivati a Mendoza dobbiamo sbrigare diverse pratiche burocratiche, tra cui il più importante, il permesso per entrare dentro il parco dell'Aconcagua.
Giriamo per negozi a trattare il prezzo per affittare tutte le attrezzature come tenda, ramponi e tuta da alta montagna, indispensabili per affrontare la progressione in alta quota.
Terminati gli impegni, ci dedichiamo a passare una giornata da turisti in questa fantastica cittadina.
Girando per le vie centrali, si capisce benissimo quanto l'Aconcagua sia una risorsa commerciale molto importante per questa città , a dimostrarlo sono la quantità impressionante di negozi di alpinismo con le pubblicità dell'Aconcagua in vetrina.
Terminata la nostra serata da turisti, rimontiamo sul nostro camper e iniziamo ad avvicinarci verso una località montana appartenente alle Ande Argentine, esattamente nel parco di Vaguesitos.
Qua passeremo i prossimi 3 giorni ad acclimatarci.
Giorno 2-3-4
Facciamo un trekking di circa 2 ore e mezza sino a raggiungere una gigantesca vallata con delle possenti cime tutt'intorno, vicino a noi scorreva un fiume con un acqua limpidissima, decidiamo di piazzare qua il nostro primo campo base.
Il posto è bellissimo, c'è tanto verde intorno, con il fiume accanto, non dobbiamo faticare per andare a cercare l'acqua, insomma, tutto è perfetto.
Ci svegliamo il primo mattino, ci troviamo ad una quota di 2.600 mt. Lasciamo tutto dentro la tenda e partiamo per il primo trekking di acclimatamento, oggi arriviamo ad una quota di 3.200 mt.
Rietriamo al nostro piccolo campo base, attendiamo il tramonto ed inziamo a preparare la nostra cena fatta di cibi liofilizzati.
Il giorno seguente andiamo a montare il nostro campo nella zona dove siamo stati il giorno precedente, e decidiamo di non salire ulteriormente, avremmo semplicemente passato la notte ad una quota superiore.
L'indomani ci svegliamo molto presto, e molto leggeri, partiamo per un altra tappa di acclimatamento raggiungendo quota 3.800 mt.
Restiamo qualche ora a quest'altitudine.
Ridiscendiamo al nostro campo base, e ci riordiniamo tutta l'attrezzatura perchè l'indomani avremmo lasciato questa località per iniziare ad indirizzarci verso la nostra metà .
La mattina seguente ci sentiamo molto bene, il nostro organismo sembrava aver riposto benissimo a queste quote, carichi di entusiasmo e positività recuperiamo il nostro camper e ci dirigiamo verso il parco dell'Aconcagua.
Giorno 5
Da questo momento inizia la nostra vera avventura...
Ora ci resta da raggiungere il parco di Horcones, dove avremmo lasciato il nostro camper e finalmente avremmo iniziato a muovere i primi passi verso l'Aconcagua, ma per strada finiamo nel bel mezzo di una protesta popolare che ci costringe a prendere diverse deviazioni tra cui ritardare di tanto la nostra marcia al punto che siamo costretti a passare un altra notte in camper in mezzo al nulla...
Giorno 6
Ci svegliamo di buon ora, facciamo una colazione abbondante e si riparte verso Horcones.
Il viaggio è stato spettacolare, eravamo nel cuore delle Ande e i paesaggi intorno erano da film western, un esplosione di colori assurdi.
Non vedevo l'ora di vedere l'Aconcagua. Durante il viaggio in macchina osservavo queste gigantesche cime e mi chiedevo che effetto mi avrebbe fatto vedere l'Aconcagua, ...sembrava non arrivassimo mai...
Finalmente arriviamo ad Horcones, sbrighiamo le ultime pratiche burocartiche con i guardia parco che finalmente ci consegnano il permesso ufficiale per la scalata sulla montagna.
Facciamo circa 1 km con il camper per raggiungere il parcheggio e improvvisamente di fronte a noi la spettacolare vallata di Horcones, e in lontananza l'Aconcagua in tutta la sua mestosità , con la sua cima coperta dal ghiaccio eterno.
Sono emozionato, ho quasi paura di quello a cui stiamo andando incontro, ma la voglia di mettermi in gioco supera ogni barriera.
Finiamo l'ultima ricognizione degli zaini, ci infiliamo le scarpe da trekking e si parte.
Inziamo a camminare lungo la vallata di Horcones solcata in maniera profonda dal fiume Horcones che scorre potentissimo e si trascina con sè veramente di tutto.
Camminiamo ancora per qualche km quando ad un certo punto dobbiamo cambiare versante attraversando il fiume sul famosissimo ponte che ha ospitato le riprese del celebre film "7 anni in Tibet".
Ancora un pò di km sino a raggiungere il primo campo base, Confluencia situato a 3400 mt.
Qui passeremo solo una notte in quanto con l'acclimatamento i giorni precedenti a Vaguesitos avevamo già superato questa quota.
Giorno 7
Qua inizia la nostra vera avventura, quella dove la montagna e l'alta quota fanno capire che questi luoghi non sono uno scherzo.
...Ne parleremo nella seconda parte...